Soul Of Chogokin GX-59 Daltanius di Bandai

Bykengiu

26/06/2025

Eccovi la recensione del Soul Of Chogokin GX-59 Daltanius che abbiamo realizzato un paio di giorni prima della sua commercializzazione in Giappone.

Altezza: 274 mm
Peso: 873 grammi
Articolazioni: miste
Basetta porta accessori: sì
Libretto illustrativo: sì
Componibile: sì

DESCRIZIONE
Oggi analizziamo il Soul of Chogokin GX-59 di casa Bandai.

La confezione colpisce subito per la grafica accattivante, mentre le dimensioni sono decisamente generose: 300 mm di altezza, 195 mm di profondità e 400 mm di larghezza. Al suo interno troviamo:
– un contenitore in polistirolo rivestito da una cornice di cartone in stile vintage che custodisce i tre modelli necessari per assemblare il Daltanious;
– due vassoi trasparenti in plastica che includono numerosi accessori:
2 pugni forati, 2 mani aperte, 2 pugni chiusi, 2 pugni semiaperti, 2 avambracci, 2 spade, 1 spada cosmica, 1 spada infuocata, 1 scudo, 1 balestra, 1 freccia, 2 cerchi laceranti, 2 spuntoni triangolari cromati, 8 perni in plastica trasparente, 1 testa, 2 spalline, 1 croce trasparente con relativo supporto, 4 parti in plastica nera componibili per creare la basetta porta oggetti e un libretto illustrativo stampato a colori.

ANTARES
Antares è il robot pilotato da Kento, realizzato in prevalenza con lega metallica. La testa è montata su un perno sferico che ne garantisce una buona mobilità. Le spalle presentano una doppia articolazione a scatti che permette un’ampia gamma di movimenti del braccio: adduzione, abduzione e rotazione completa (360°) sia sul piano frontale che posteriore. I gomiti adottano un’articolazione a resistenza particolarmente funzionale. I bicipiti possono essere retratti negli avambracci tramite un meccanismo telescopico utile durante la trasformazione.

I pugni sono semimobili ma non intercambiabili, mentre i polsi dispongono di articolazioni a resistenza che diventeranno anche i gomiti del Daltanious dopo la trasformazione. Le anche sono dotate di due giunti a resistenza che consentono movimenti di abduzione, adduzione, flessione, estensione e rotazione sull’asse verticale. Tuttavia, flessione ed estensione sono piuttosto limitate. Le ginocchia presentano un doppio fulcro che permette un’iperflessione posteriore indispensabile per la trasformazione.

I piedi sono connessi tramite articolazioni sferiche ad attrito e consentono movimenti di flessione dorsale e plantare, oltre a pronazione e supinazione laterale. Nel complesso, il modello è ben bilanciato e stabile anche se gli avambracci risultano leggermente sproporzionati.

GUMPER
Il Gumper è il jet pilotato da Danji e quasi interamente realizzato in plastica, con l’eccezione delle estremità frontali (che costituiscono i piedi del Daltanious) e dei due stemmi laterali gialli sulle gambe che fungono anche da caviglie del robot.

Nella parte posteriore ci sono due scomparti dove vengono riposti i pugni del Daltanious, chiusi da piccoli sportelli. Nella parte superiore si trovano due bracci mobili con pinze porta-oggetti, come rappresentato anche nell’anime.

Le ali possono essere aperte e chiuse grazie a una cerniera a resistenza, priva però del sistema a scatto presente nel modello vintage. Un difetto individuabile nel design è la presenza di spinotti in plastica che rimangono visibili quando il jet si divide formando le gambe del Daltanious; sarebbe stato preferibile l’utilizzo di spine rimovibili per una finitura più pulita.

BERALIOS
Si tratta di un leone dotato di intelligenza artificiale, costruito quasi interamente in plastica, fatta eccezione per il bacino, alcune cerniere e piccoli dettagli. La bocca è funzionante e può essere mantenuta sia aperta che chiusa. Le zampe anteriori e posteriori sono articolate, con opzioni sia a scatto che a resistenza. I piedi, grazie alla loro articolazione, riescono a toccare il suolo in quasi tutte le posizioni.

La coda è flessibile e può essere piegata in due segmenti tramite una cerniera dedicata. Inoltre, la parte posteriore del bacino è sollevabile e può essere ruotata, permettendo un cambio di colore da giallo a nero, proprio come avviene nell’anime durante le fasi di trasformazione.

Nel complesso, il modello risulta ben proporzionato. Tuttavia, soffre di una limitata posabilità che ne compromette parzialmente l’esperienza d’uso.

DALTANIOUS
La trasformazione del modello è relativamente semplice se si seguono attentamente le istruzioni ed è molto fedele a quella mostrata nell’anime. Gli incastri tra le parti sono ben progettati e le tolleranze risultano quasi inesistenti.

La testa è ben realizzata e discretamente posizionabile, mentre le spalle dispongono di una doppia articolazione a scatto che consente movimenti completi del braccio: adduzione, abduzione e rotazione a 360° sia frontale che posteriore. Sono inoltre dotate di copri spalle in scala con il modello, da montare a incastro sulle spalle di Antares.

Il gomito ha un’articolazione a resistenza che permette una buona flessione ed estensione degli avambracci. Questi ultimi si montano ad incastro sui pugni di Antares, che fungono anche da giunti articolati. Si consiglia cautela durante il montaggio, poiché la struttura può rivelarsi delicata. I pugni, inoltre, sono intercambiabili grazie a un sistema con giunto sferico.

Le anche sono dotate di articolazioni a scatto e resistenza, consentendo movimenti completi delle cosce: flessione, estensione, abduzione, adduzione e rotazioni sia orarie che antiorarie lungo l’asse verticale. Le ginocchia, grazie ad articolazioni a scatto, garantiscono una solida stabilità sotto il peso del modello.

Il vero punto debole del modello sono però le caviglie, poco estetiche e ancor meno funzionali. I piedi consentono solo una moderata pronazione e supinazione laterale, senza possibilità di flessione dorsale o plantare. La caviglia presenta un blocco centrale per garantire stabilità con il peso complessivo del modello ma, nel caso venga superato questo blocco, la tenuta diventa praticamente nulla. Questa limitazione influisce negativamente sulla posabilità generale del modello, rappresentando un difetto non trascurabile.

A livello personale, ritengo che Bandai avrebbe potuto adottare una soluzione più efficace con un piccolo sforzo aggiuntivo.

VERNICIATURA
La verniciatura è applicata in modo impeccabile, senza alcun difetto visibile, con uno strato spesso che dona una brillante finitura lucida. Le linee di separazione tra i colori sono rispettate alla perfezione e le tonalità cromatiche risultano estremamente fedeli a quelle dell’anime originale.

ACCESSORI
Gli accessori, realizzati in gomma e plastica, si presentano con un livello di lavorazione molto accurato e ben definito. L’unica pecca è forse rappresentata dai segni delle sprue in alcune zone, residui del processo di stampaggio. La basetta portaoggetti è altamente funzionale, consentendo di organizzare tutto in maniera ordinata e mantenere ogni elemento al proprio posto.

CONCLUSIONI PERSONALI
I tre modelli sono complessivamente rifiniti e assemblati con grande cura. Le pannellature e le incisioni di dettaglio risultano eccellenti sotto ogni aspetto. Alcuni pezzi avrebbero però potuto essere realizzati in metallo senza il rischio di compromettere la trasformazione del modello. Il Daltanious si distingue per una grande stabilità, nonostante il peso sia maggiormente concentrato nella parte superiore del busto.

La posabilità delle spalle, delle braccia, delle anche e delle ginocchia è decisamente buona; tuttavia, questo aspetto è purtroppo penalizzato dalle caviglie, non adatte a supportare al meglio un progetto di questa portata. Un altro dettaglio critico è rappresentato dalle zampe anteriori di Beralios che rimangono visibili sulla schiena del Daltanious: un eventuale zainetto copri-zampe sarebbe stato una soluzione esteticamente più piacevole.

Le proporzioni del modello, così come lo sculpt dei pannelli, della testa e di tutti i dettagli, sono eccellenti. La dotazione degli accessori è ricca e completa, e la qualità dei materiali utilizzati supera decisamente la media. Anche la verniciatura si posiziona su livelli molto alti.

Nel complesso, i pregi superano nettamente i difetti. Esposto in vetrina, questo modello offre un colpo d’occhio straordinario, grazie al suo aspetto massiccio ma slanciato allo stesso tempo. Per chi ha deciso di acquistarlo, rappresenta un meraviglioso pezzo da collezione; chi, invece, ha optato per una doppia copia avrà un’esposizione davvero mozzafiato!

Esaminiamo il funzionamento del modello nel dettaglio.

La flessione e l’estensione del piede sono gestite tramite un’articolazione dotata di doppio sistema a scatto. Il primo meccanismo si basa su una mezza luna fissa munita di due tacche (A), mentre il secondo sfrutta un dente mobile con sistema a molla (B). Questa configurazione garantisce un’ottima solidità quando i denti di tenuta si trovano correttamente nella loro posizione, rendendo il sistema particolarmente duraturo e affidabile.

Il problema di instabilità si verifica quando i denti di tenuta si spostano dalle loro sedi e finiscono a contatto con le superfici lisce della corona nera. In queste condizioni, la capacità di tenuta dell’articolazione si azzera completamente, portando alla totale assenza di controllo durante la flessione e l’estensione del piede.

Dietro il piede trova posto uno spessore in plastica che evita spiacevoli giochi tra le parti, oltre che funzionare da spessore ha il compito di bloccare la corsa massima della flessione e dell’estensione del piede.

Ecco l’articolazione che permette lo spostamento laterale del piede.

E’ tenuta insieme per mezzo di una spina in acciaio.

In questa foto vediamo indicato dalla freccia il blocco realizzato in plastica che arresta lo spostamento laterale del piede!

Ecco il bacino di Beralios una volta rimossa la copertura in metallo

Questo è l’interno dell’articolazione dell’anca che consente l’adduzione e l’abduzione laterale della coscia, è mantenuta in sede da una spina in acciaio, la tenuta è garantita da due rondelle in plastica e da una molla in acciaio che ha la funzione di “precarito”.

In ultimo ecco l’articolazione delle caviglie di Antares, è del tipo sferico a resistenza.
Con la lettere A è indicato il perno sferico, con la lettera B il segmento plastico che ne garantisce la tenuta.