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Simone Battaglioni (SimonPPC) Video, Foto e Recensione
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Special thanks to all CCS Team
| Nome del prodotto: | Ultimate Dancouga |
|---|---|
| Titolo dell’opera: | Super Robot Taisen 30 |
| Marca: | CCS |
| Genere: | Gokin Serie “Mortal Mind” |
| Prezzo: | 36,300 Yen (Giapponese) |
| Data di Uscita: | Settembre 2025 |
| Dimensione: | 34,5 Cm (Altezza alle Ali) 27 Cm (Altezza alla Testa) 36 Cm (Larghezza delle Ali) 1965 Grammi (Peso) |
| Accessori: | (4x) Paia di Mani intercambiabili (1x) Paio di Mani per Spada (1x) Mano Destra aperta (1x) Spada Dankūken (1x) Basetta espositiva serigrafata (2x) Aste di sostegno lunga/corta (1x) Braccetto trasparente di sostegno |
| Materiale del prodotto: | Prodotto : DIECAST, ABS, POM, PVC, MAGNETI Accessori : PVC, ABS |
| Prototipo/Design: | Mortal Mind |
| Distributore | CCS |
Introduzione:
L’Ultimate Dancouga progettato da Masami Ōbari è un Super Robot Combinabile di Super Robot Wars (Super Robot Taisen in oriente),
apparso per la prima volta nel contenuto scaricabile “Expansion Pack” disponibile dal 13 aprile 2022 per “Super Robot Wars 30”.
Dancouga (超獣機神ダンクーガ, Chōjū kishin Dankūga) è una serie televisiva anime di genere mecha del 1985.
Il nome internazionale scelto dalle aziende giapponesi è GOD BLESS THE MACHINE DANCOUGA.
Trama
La serie parla delle imprese di una squadra di quattro soldati: Shinobu Fujiwara, Sara Yuki, Masato Shikibu e Ryo Shiba.
Pilotano il mecha Dancouga e combattono per liberare la terra dagli invasori alieni conosciuti come l’impero di Muge Zorbados.
Dancouga è un esempio di robot componibile. Dancouga non si unisce fino alla metà della serie.
Ciò significa che a differenza di altri robot componibili, in cui le componenti erano utili generalmente a poco,
le singole Cyber Bestie sono molto efficaci in combattimento.
Successivamente si sono aggiunti altri personaggi e veicoli:
Alan Igor è figlio del generale Ross Igor e pilota del Black Wing, da lui stesso sviluppato.
La Gandor, la base da cui partono tutte le Beast Vehicle Machine, è stata progettata dal Dottor Kotarō Hazuki.
Andiamo con ordine comunque e cerchiamo di spiegarvi come nasce e come si sviluppa questa serie di Dancouga,
per chi si affaccia la prima volta potrebbe generare confusione.
Dancouga è formato da quattro veicoli:
Eagle Fighter (Testa) (Si trasforma in Aereo/Aquila e Robot) pilotato da Shinobu Fujiwara
Big Moth (Corpo Principale) (Si trasforma in Mammuth, Carro armato e Robot) pilotato da Ryo Shiba
Land Liger (Piede Destro) (Si trasforma in Lince, Carro armato e Robot) pilotato da Masato Shikibu
Land Couger (Piede Sinistro) (Si trasforma in Coguaro, Carro armato e Robot) pilotato da Sara Yuki
Questi quattro veicoli uniti insieme formano appunto il Dancouga che definiremo “Normal”
Come accessori aggiuntivi durante la serie animata compare Il fucile Daigan (formato anch’esso dalla combinazione delle quattro armi usate dai veicoli),
la spada Dancouken e lo zaino dotato di due cannoni con la caratteristica di permettere il volo dal nome Flight Booster.
Quindi ora vi spieghiamo le varie combinazioni.
Per ottenere il Final Dancouga si unisce il Dancouga con un veicolo aggiuntivo denominato Black Wing
Per ottenere il Dairyuga si unisce il Big Moth con il Gandor
Per ottenere l’Ultimate Dancouga si unisce il Dancouga con il Gandor
Resta spazio quindi per un ulteriore combinazione mai apparsa, ma che potrebbe fare prima o poi la sua apparizione con la denominazione Ultimate Final Dancouga,
che si otterrebbe quindi con l’unione del Dancouga con il Gandor e il Black Wing andando quindi a utilizzare tutte e sei le Beast Vehicle Machines.
Descriviamo però meglio il personaggio su cui si basa il modello realizzato da CCS che sarà oggetto di questa recensione.
Il Dancouga (normale) si combina con il Gandor come corazza aggiuntiva, creando quello che potrebbe essere definito un “Un Dancouga con corazza completa” con ogni abitacolo coperto.
È inoltre dotato di grandi ali e propulsori per il volo. Le sue capacità offensive e difensive sono aumentate, così come l’autonomia e la gittata.
Sebbene il carico di lavoro per il pilota sia stato ridotto, la sua manovrabilità è inferiore a quella del Dancouga normale,
il che spiega probabilmente perché la tecnica del pugno di ferro di Ryo, che si avvale delle sue arti marziali cinesi, non viene utilizzata.
Inoltre, a causa della corazza aggiuntiva, la maggior parte delle armi da fuoco del corpo principale, ad eccezione dell’obice da 200 mm, non sono più operative,
il che significa che la “Formazione Dankuuhou” non è più utilizzabile.
Il nome per l’Ultimate Dancouga fu ideato da Takanobu Terada (supervisore della serie di videogiochi Super Robot Wars) e per il Dairyuga da Masami Obari (Regista giapponese e mecha e character designer).
L’armatura aggiuntiva del braccio presenta parti che ricordano gli artigli di un drago e la parte inferiore dell’addome ha un design che ricorda il volto di un drago,
quindi anche prima che venissero rilasciate informazioni sul Dairyuga, si ipotizzava che l’armatura aggiuntiva fosse ispirata a Gandor e che potesse persino trasformarsi in una sorta di mecha indipendente.
Il motivo per cui Dairyuga è basato su Gandor è dovuto ai desideri di Takanobu Terada.
Sebbene l’esistenza del Dairyuga sia stata rivelata, non è ancora chiaro se Alan fosse vivo o morto durante l’Era Final.
Avendo perso il suo Black Wing, è morto in battaglia come nella storia originale o è passato al Dairyuga?
Il designer Masami Obari a volte scherza sulla composizione del Dancouga, che è quasi interamente Big Moth, ma quando sono state rivelate informazioni sull’Ultimate Dancouga,
ha detto: “Non permetterò a nessuno di dire che è composto per l’80% da un elefante!”
Evidenziando il fatto che è molto diverso dai precedenti Dancouga, anche come forma di fan service.
Takanobu Terada ritiene che mentre questo mecha enfatizza il potere difensivo (ogni Beast Fighter Machine è nascosta dall’armatura),
il Final Dancouga enfatizza la manovrabilità e la mobilità, rendendoli complementari.
Confezione e Contenuto
L’Ultimate Dancouga vi arriva in una scatola di cartone con tanto di maniglia in plastica, le misure sono 53 cm di larghezza, 39 cm di altezza e 16 cm di profondità.
Frontalmente vi è un bellissimo disegno stilizzato delle linee e delle forme del Robot.
Sul retro vi è il nome del Robot con caratteri Latini e in Kanji orientali.
Sul lato vi è nuovamente il Robot stilizzato con linee girato su un fianco.
Aperta la confezione troviamo l’ormai conosciuto cartoncino con l’immagine dell’Ultimate Dancouga in varie pose e sul retro un bel disegno stilizzato come se fosse fatto a carboncino.
All’interno della scatola troviamo un vassoio in polistirolo, due vassoi in plastica trasparente e il manuale.
Per il contenuto completo vi rimandiamo alla tabella già redatta.
Personaggio, snodi e mobilità
Il robot non vi arriva già montato, ma sarà necessario assemblare alcune delle sue parti.
Se vorrete illuminare il Robot prima di assemblarlo, guardate il manuale su dove vanno inserite le batterie nei vari pezzi.
Per non dover subito rismontare alcune parti.
Andiamo quindi a provvedere a agganciare e incastrare ogni sua componente.
Seguendo le istruzioni non vi sarà particolarmente difficile, vi suggeriamo solo di fare attenzione alle innumerevoli
spuntoni presenti in questo Robot, sia in fase di assemblaggio sia nella fase successiva di posatura del modello.
Come ulteriore consiglio prima di assemblarlo familiarizzate con l’elevato numero di snodi presenti.
Dato appunto la quantità enorme di snodi in ogni piccola parte, è davvero difficile in una recensione mostrare proprio tutto di questo Mecha.
Andiamo quindi ad assemblare le componenti del bacino, ogni aggancio sarà seguito da un clack.
Degno di nota risulta essere l’aggancio della testa del Gandor, dove due pernetti a molla garantiscono una presa salda senza possibilità di fuoriuscita.
Passiamo quindi a inserire la punta dei piedi, con un semplice movimento l’aggancio non ha dato alcun problema.
Le parti laterali delle gambe si innestano a slitta e come unico accorgimento prestate attenzione al movimento del piede che andando in battuta,
tende a far muovere questa corazza gambale.
Le parti corazzate degli avambracci si inseriscono a perno con una semplice pressione.
Per le mani potete scegliere se mettere subito quelle con dita mobili oppure scegliere in un secondo momento quali preferite inserire.
Passando quindi a innestare gli spallacci anch’essi a pressione sullo snodo a sfera della spalla.
La parte toracica pettorale ha bisogno di essere preassemblata prima di essere innestata.
Agganciamo il simbolo al petto quindi mettiamo la cornice calamitata e successivamente innestiamo le corna sul retro del pettorale
negli appositi spazi. Questo è un passaggio un po’ delicato sia perchè correte il rischio di farvi male se sbagliate pressione,
sia perchè essendo un perno sottile si potrebbe spezzare.
Innestiamo quindi nel torace il pettorale così assemblato.
Ora passiamo a preassemblare il Flight Booster prima di agganciarlo alla schiena.
Le ali di sotto sono molto semplici da inserire e l’unica accortezza risulta essere il movimento nell’aggancio squadrato.
Se sbagliate direzione potrebbero spezzarsi quindi sempre massima cautela.
Adesso bisogna inserire le ali sovrastanti e questo è un punto sul quale la stessa casa madre CCS ha posto particolare attenzione.
In alcune copie sono state inserite delle ali con una fabbricazione errata che impedisce l’inserimento all’interno del perni in metallo.
Sforzando si rischia di rompere tutto e se vi doveste trovare in una situazione simile con una copia impossibilitata al montaggio,
contattate CCS per farvi inviare le ali sostitutive.
Nella copia in nostro possesso si è verificato questo problema, ma inserendo le ali sostitutive tutto è andato nel migliore dei modi.
Agganciamo quindi lo zainetto alla schiena e come ultima cosa non resta che inserire la testa.
Ecco quindi che il vostro Ultimate Dancouga è pronto a ruggire.
Iniziando quindi a maneggiare il modello così assemblato la maggior difficoltà è capire dove mettere le mani per muoverlo.
La pesantezza e gli spuntoni rendono pericoloso per noi stessi afferrarlo, ma questo è dipeso dal design del mecha stesso e non dalla progettazione di questo bellissimo modello.
Vi suggeriamo per le pose complicate di rimuovere le placche degli avambracci e il torace per divertirvi su come posarlo dinamicamente e scelta la posa riassemblare queste parti.
Gli snodi sono ben rigidi e resterete davvero sorpresi nel constatare nonostante il design massiccio di questo enorme robot,
la mobilità che CCS ha saputo infondervi senza comprometterne l’estetica.
Tutto è studiato per muoversi, dove nei gomiti fuoriescono e rientrano i cingoli e lo stesso accade nelle gambe e nelle ginocchia.
I piedi hanno un doppio movimento con la punta che si apre e le caviglie si allargano senza problemi.
Lo stesso pettorale si muove anch’esso e non è un pezzo rigido.
La testa del Gandor agganciata nel bacino ha la bocca apribile.
Gli spallacci si muovono senza problemi così pure gli snodi delle spalle oltre a essere a sfera hanno una ulteriore escursione frontale.
Gli snodi delle anche sono a sfera e l’unica limitazione è data dalla forma delle piastre del bacino.
Anche questo però non è un limite di progettazione, ma proprio il disegno delle fattezze di questo Robot.
CCS ha saputo sfruttare al meglio il suo stile di scheletro in metallo con snodi e perni e successivi assemblaggi delle varie parti.
La testa si muove sullo snodo del collo che a sua volta ha un basculamento totale.
Come ultima menzione il Flight Booster può essere mosso per puntare i cannoni laser e le mitragliatrici frontalmente.
Davvero si resta sorpresi da tutto quello che si muove in questo modello.
La verniciatura è praticamente perfetta e nella nostra copia non vi è nessun difetto, dove anche i tagli dagli stampi sono stati nascosti sapientemente.
I materiali come accennato sono i classici di CCS e tutto lo scheletro è in metallo.
Alcuni movimenti presenti nel Modello
Accessori
Gli accessori a corredo non sono moltissimi e forse se fosse stato inserito anche il Danku Cannon (Fucile) con illuminazione sarebbe stata una chicca notevole.
Le mani a corredo sono molto varie e molto utili sono quelle già unite per sorreggere la spada.
Come progettazione inspiegabile vi è l’aggancio di alcune mano con realizzazione con foro a D mentre altre con forma esagonale.
Questo comporta dover continuamente girare il polso per scambiare le mani, è risultato anche un po’ ostico l’inserimento di alcune di esse la prima volta.
Successivamente invece si sono innestate tranquillamente.
La spada Dankūken è presente nella sua forma normale e può essere trasformata nella sua forma potenziata.
Questa si ottiene utilizzando le ali sottostanti all’Ultimate Dancouga sganciandole e montandole sulla punta della spada come spiegato nel manuale.
Per aiutare nel sorreggere la spada CCS questa volta ha inserito un braccetto snodabile da agganciare al Flight Booster, cosa di cui noi non abbiamo sentito il bisogno.
Vi sono poi tre volti da poter utilizzare, uno con la maschera, uno urlante e uno con espressione seria.
Il cambio del volto non avviene proprio facilmente, perchè hanno progettato un inserimento a binarietto con il finale a calamita.
Centrare il passaggio correttamente non è proprio semplice e così anche premere verso il basso il volto per estrarlo.
Comunque non abbiate paura perchè verniciatura e materiali sono di prima qualità e con un po’ di pratica si sostituisce il volto anche senza rimuovere la testa per farlo.
Le calamite per accendere e spegnere le luci che vedremo in seguito possono essere riposte nelle piastre laterali del bacino, aprendo lo sportello e inserendo a molla questi accessori.
Questa non è solo un’utilità funzionale ed estetica, ma simula anche l’estrazione della spada Dankūken come visto nel videogioco.
Circuito d’illuminazione
L’illuminazione come accennato può essere accesa e spenta utilizzando due calamite fornite in dotazione.
L’unico pulsante presente risiede nella testa.
Vi sono quindi le luci a led che si spengono automaticamente dopo cinque minuti nei seguenti posti:
Nelle ali sovrastanti, nei cannoni del flight booster, negli occhi, nelle piastre degli avambracci, nelle piastre delle gambe e nelle punte dei piedi.
L’illuminazione non è stata inserita a caso, ma simula i vari attacchi utilizzati dall’Ultimate Dancouga nel videogioco.
Basetta espositiva
La basetta espositiva presente è la classica CCS, con due perni in metallo (corto e lungo) e con serigrafato il nome del Robot.
Si può orientare il braccio di sostegno in varie posizioni e peccato però non aver inserito due tappi per coprire il buco della basetta per esporre il mecha senza utilizzare questo braccio.
L’aggancio avviene in modo semplice, tolto il tappo nell’inguine del robot si innesta il supporto a slitta per essere poi inserito nel perno in metallo scelto.
Per la successiva rimozione il supporto è dotato di un pulsantino di rilascio del meccanismo a molla di fermo che tiene agganciato il robot al supporto stesso.
Data la stabilità di questo mecha, la basetta espositiva diviene solo ornamentale, oppure per realizzare pose dinamiche in volo.
Considerazioni finali e Votazione
Dopo qualche piccola incertezza iniziale, maneggiare questo modello è stata di una gioia unica.
L’Ultimate Dancouga è un robot componibile, ma CCS non ha puntato a realizzarlo così e ha quindi commesso un errore?
Assolutamente no, perchè non si sente minimamente la mancanza di questa peculiarità del robot.
Posandolo si apprezza ogni piccolo dettaglio inserito e ogni movimento è accompagnato da uno snodo che permette pose estreme per quello che è un mecha davvero massiccio.
In conclusione questo modello non raggiunge il voto pieno solo per qualche punto che poteva essere migliorato, ma questo Ultimate Dancouga rasenta la perfezione.



















































































